Da qui in poi si continua a piedi. Scendo dalla moto.
Vedo la sua Mustang verde uscita dalla strada e schiantata contro un albero. Vetri e pezzi di metallo dovunque. Il fumo esce dal motore e si disperde nella foschia.
Che spreco... qualcosa si sarà fatto, nessuno esce illeso da questo macello, sicuramente non questo gioiellino. Passa una macchina che illumina per un attimo la scena dell'incidente e vedo il mio riflesso sorridente sul finestrino posteriore sinistro. Devo allontanarmi in fretta, non devo attirare l'attenzione. Anche se dubito che da queste parti siano molto altruisti.
Controllo il caricatore. Pochi colpi, forse uno di questi sarà quello buono, forse la mia pace è vicina, forse tutto questo finalmente finirà. Sì, finirà, in un modo o in un altro finirà.
Comincio a correre.
Non so da che parte sia andato ma è come se lo sentissi. Decido di seguire le rotaie tra una siringa e l'altra, buttate in riva a questa discarica naturale. Il cuore ricomincia a battere, stringo la pistola forte nel pugno e corro.
Mai così vicini prima d'ora. Nessun testimone, niente trucchi, solo noi due... non sono io a dovermi nascondere questa volta.
Troppi errori oggi. Forse è il senso di colpa che lo ha reso vulnerabile... forse per la prima volta ha voluto anche lui che tutto questo finisse.
Non è riuscito a proteggerla...
Ora non c'è tempo per questo, devo correre. Le macchine mi sfrecciano accanto ma sono troppo concentrato per preoccuparmi di nascondere la pistola. Sento i suoi passi affondare nella neve. Accelero, le vene pulsano nella mia mano intorno al calcio della Smith & Wesson.
Cerco di non fare rumore e di mantenere un respiro regolare.
Devo mantenere la calma.
Sento un treno avvicinarsi. Il rumore è assordante... è perfetto, mi lascio comandare dall'istinto, alzo la pistola e sparo.
Niente.
Il treno mi passa accanto e comincia a rallentare e sento un soffio gelido sul viso. Le mie speranze si affievoliscono e la rabbia sale. L'odore di polvere da sparo copre per un attimo la puzza.
Lo vedo avvicinarsi alla stazione e avverto il suo sollievo. Di certo sa che non sarà questo a fermarmi.
La notte è lunga e questa è l'ultima corsa per il centro: ho tutto il tempo per tornare alla mia moto, sperando che gli abitanti di questa deiezione architettonica da bravi coscienziosi cittadini non abbiano chiamato la polizia.
So dove cercarlo.
Osservo con finta calma la sua entrata nel treno e nascondo la pistola dentro il cappotto. Si guarda intorno... faccio un passo ed esco dall'ombra. Ora mi puoi vedere.
Continuiamo a guardarci mentre il treno comincia ad allontanarsi dentro la foschia. La neve comincia a coprire le rotaie.
Infilo l'arma sotto la maglia e mi accendo una sigaretta.
La sua espressione mi ha tranquillizzato. Per la prima volta mi sono sentito il più fortunato dei due.
Non ho fretta.
Non ho niente da perdere.
Vedo la sua Mustang verde uscita dalla strada e schiantata contro un albero. Vetri e pezzi di metallo dovunque. Il fumo esce dal motore e si disperde nella foschia.
Che spreco... qualcosa si sarà fatto, nessuno esce illeso da questo macello, sicuramente non questo gioiellino. Passa una macchina che illumina per un attimo la scena dell'incidente e vedo il mio riflesso sorridente sul finestrino posteriore sinistro. Devo allontanarmi in fretta, non devo attirare l'attenzione. Anche se dubito che da queste parti siano molto altruisti.
Controllo il caricatore. Pochi colpi, forse uno di questi sarà quello buono, forse la mia pace è vicina, forse tutto questo finalmente finirà. Sì, finirà, in un modo o in un altro finirà.
Comincio a correre.
Non so da che parte sia andato ma è come se lo sentissi. Decido di seguire le rotaie tra una siringa e l'altra, buttate in riva a questa discarica naturale. Il cuore ricomincia a battere, stringo la pistola forte nel pugno e corro.
Mai così vicini prima d'ora. Nessun testimone, niente trucchi, solo noi due... non sono io a dovermi nascondere questa volta.
Troppi errori oggi. Forse è il senso di colpa che lo ha reso vulnerabile... forse per la prima volta ha voluto anche lui che tutto questo finisse.
Non è riuscito a proteggerla...
Ora non c'è tempo per questo, devo correre. Le macchine mi sfrecciano accanto ma sono troppo concentrato per preoccuparmi di nascondere la pistola. Sento i suoi passi affondare nella neve. Accelero, le vene pulsano nella mia mano intorno al calcio della Smith & Wesson.
Cerco di non fare rumore e di mantenere un respiro regolare.
Devo mantenere la calma.
Sento un treno avvicinarsi. Il rumore è assordante... è perfetto, mi lascio comandare dall'istinto, alzo la pistola e sparo.
Niente.
Il treno mi passa accanto e comincia a rallentare e sento un soffio gelido sul viso. Le mie speranze si affievoliscono e la rabbia sale. L'odore di polvere da sparo copre per un attimo la puzza.
Lo vedo avvicinarsi alla stazione e avverto il suo sollievo. Di certo sa che non sarà questo a fermarmi.
La notte è lunga e questa è l'ultima corsa per il centro: ho tutto il tempo per tornare alla mia moto, sperando che gli abitanti di questa deiezione architettonica da bravi coscienziosi cittadini non abbiano chiamato la polizia.
So dove cercarlo.
Osservo con finta calma la sua entrata nel treno e nascondo la pistola dentro il cappotto. Si guarda intorno... faccio un passo ed esco dall'ombra. Ora mi puoi vedere.
Continuiamo a guardarci mentre il treno comincia ad allontanarsi dentro la foschia. La neve comincia a coprire le rotaie.
Infilo l'arma sotto la maglia e mi accendo una sigaretta.
La sua espressione mi ha tranquillizzato. Per la prima volta mi sono sentito il più fortunato dei due.
Non ho fretta.
Non ho niente da perdere.